tifone haiyan filippine emergenza

Prosegue l’impegno della Caritas.
“Ancora molto evidenti i segni di devastazione, in particolare a Leyte, ma c’è anche un gran fermento, con tante persone impegnate a ricostruire, gli edifici ma anche le loro vite”.

Così Nick Harrop, operatore Caritas nelle Filippine, sintetizza il quadro della situazione a un mese dal passaggio del tifone Haiyan.


Accanto alla Chiesa locale la rete Caritas è stata da subito in prima linea. Nel primo mese la Caritas ha raggiunto migliaia di persone, fornendo cibo, riparo, acqua potabile, kit per l’igiene, attrezzature per la cucina e generi non alimentari di prima necessità. Inoltre sono coinvolte le comunità locali nella pulizia e nella rimozione delle macerie dalle aree colpite, anche con progetti “cash for work”, denaro in cambio di lavoro, proprio per consentire alle famiglie di ricominciare a progettare il loro futuro.


Inoltre, anche se la distruzione sull’isola di Leyte è stata largamente documentata dai media, il tifone ha causato danni anche in altre zone. La Caritas infatti è riuscita a distribuire cibo, teloni e attrezzature da cucina a centinaia di famiglie a Hilantagan, isola raggiungibile solo con piccolo pescherecci.

 

Sull’isola di Bantayan, a Santa Fe e Madridejos è stato fornito cibo e attrezzature d’emergenza a 7.000 famiglie.
Anche a Iloilo e a Negros Occidental si è riusciti a distribuire alimenti a 2.600 famiglie.
Fondamentale è stata la mobilitazione delle parrocchie e dei volontari.


Riassumendo alcuni dati ricordiamo che la Caritas ha avviato un primo intervento di emergenza pari a 4,5 milioni di euro per portare aiuti a 55.000 famiglie in 9 diocesi.
Con il sostegno della rete internazionale, è riuscita finora a distribuire 20.000 teloni in 8 diocesi insieme al necessario per l’allestimento di ripari temporanei. Sono stati consegnati inoltre 90.000 pacchi con aiuti alimentari. Altri 30.156 teloni sono stati forniti a 26.000 famiglie, insieme a 8.070 kit per l’igiene. Inoltre sono state montate 12 pompe che forniscono acqua potabile a 13.445 famiglie. È anche stato possibile formare 21 esperti in igiene che aiutano e orientano le famiglie locali per evitare il rischio di infezioni ed epidemie. Nel contempo Caritas sta pianificando gli interventi per favorire la ricostruzione e la ripresa nel medio termine, una sfida enorme con le infrastrutture e le attività di sussistenza economica fortemente lese e oltre 1 milione di abitazione danneggiate.


Caritas Italiana ha messo a disposizione 200.000 euro e ha inviato un operatore a supporto del coordinamento locale. Inoltre, dopo la raccolta straordinaria del 1° dicembre, in molte diocesi sono state promosse iniziative di animazione e solidarietà affinché – spenti i riflettori – non manchi il sostegno alle popolazioni colpite nella lunga e difficile fase della ricostruzione.

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    Numerosi sono stati i progetti proposti e seguiti dalla Caritas diocesana di Belluno – Feltre in proprio, in coordinamento con Caritas italiana e con la delegazione Caritas del Nord Est.
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