Con il quinto referendum i cittadini saranno chiamati ad esprimersi sull’abrogazione di alcune norme della Legge n. 91 del 1992. Qualora fosse raggiunto il quorum, cioè il 50% più uno degli elettori, e i voti favorevoli fossero la maggioranza, verrebbe ridotto da dieci a cinque anni il requisito temporale della residenza legale ininterrotta in Italia per poter presentare la domanda di concessione della cittadinanza italiana.

 

Chi è contrario all’abrogazione ritiene che vi sia il rischio di un eccesso numerico di concessioni, ma va precisato subito che il referendum non riguarda gli immigrati illegali, bensì coloro che risiedono legalmente nel nostro Paese e che vivono uno stretto legame con esso: vi lavorano, mandano i figli nelle nostre scuole, si sentono parte viva della collettività. Il significato del referendum viene meglio compreso se si rapporta la questione della cittadinanza per residenza con quella iure sanguinis, per la quale si aprirebbe una riflessione sul grado di intensità del legame con il territorio che una persona deve avere per richiedere la cittadinanza. La questione si è posta anche nel Bellunese, perché oggettivamente il legame può essere anche inesistente. In tal caso l’espressione del diritto di voto per cittadini che in realtà vivono estranei rispetto al Paese del quale possono tuttavia condizionare le sorti, pone motivi di riflessione.

 

Ora, un limite è stato posto al principio dello ius sanguinis con il D.L. 28 marzo 2025, n. 36, il quale prevede che si possa risalire nella ascendenza solo per due generazioni, richiedendo che il genitore o il nonno siano comunque nati in Italia. Nel 2015, occupandosi dell’accesso dei giovani stranieri residenti nel nostro Paese al servizio civile, la Corte costituzionale affermava che essi non potevano esserne esclusi per il fatto che esiste “una seconda cittadinanza” di cui sono titolari coloro che, condividendo le sorti di un territorio, “ricevono diritti e restituiscono doveri”.

 

Questa cittadinanza di residenza è l’oggetto del referendum. La concessione da parte della pubblica autorità appare fortemente discrezionale, ma il successo del sì aprirebbe ad una riflessione complessiva sul tema. Diceva il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio di fine anno 2024 “E’ patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità”.

 

Francesco D’Alfonso

  • Progetti Caritas

    Numerosi sono stati i progetti proposti e seguiti dalla Caritas diocesana di Belluno – Feltre in proprio, in coordinamento con Caritas italiana e con la delegazione Caritas del Nord Est.
    Continua

  • Volontario anche tu..

    Desideri dedicare un po’ del tuo tempo agli altri e alla comunità? Vuoi metterti al servizio di chi ne ha bisogno?
    Continua