Per invertire la corrente della violenza
Premiazione del concorso «Spezziamo la violenza. Giovani, in dialogo per risolvere conflitti»
Un video realizzato dalla classe 3ª del Liceo Lollino nell’ambito della settimana dell’educazione civica di quest’anno
Martedì 10 dicembre si è tenuta online la premiazione del concorso «Spezziamo la violenza. Giovani, in dialogo per risolvere conflitti» indetto dalla Caritas Italiana in collaborazione con il Mim (Ministero dell’Istruzione e del Merito) e al quale hanno partecipato 180 scuole di ogni ordine e grado da tutta Italia.
L’attuale classe terza del liceo classico scientifico paritario «Alvise Lollino» ha partecipato con un video realizzato nell’ambito della settimana dell’educazione civica di quest’anno, che ha visto la classe lavorare proprio con la Caritas diocesana sotto la guida del direttore Francesco D’Alfonso.
Il video, intitolato «Trascinàti dalla violenza» è stato presentato direttamente dai ragazzi nel corso della premiazione con queste parole: «Siamo felici e onorati di presentare il nostro lavoro per il concorso «Spezziamo la violenza». Il nostro video nasce dal desiderio di riflettere su come la violenza e l'indifferenza possano diffondersi nella società e su come ciascuno di noi possa scegliere di agire per fermarle.
Il video inizia con il messaggio «trascinati nel vortice della violenza», a simboleggiare come la violenza sia una forza inarrestabile che travolge chiunque. La violenza è rappresentata dal mare tempestoso, che diventa una potente metafora di questa forza distruttiva. Le barchette nel video simboleggiano diversi atteggiamenti di fronte alla violenza.
Le barchette che cadono nella voragine sono i «violenti», su cui appaiono messaggi di odio e rifiuto come «Fai schifo», «Ti odio» e «Ritornatene nel tuo paese». La musica in questa parte evoca un mare in tempesta, a simboleggiare il caos che la violenza scatena. Le barchette degli «indifferenti», quelle che non si muovono, rappresentano coloro che preferiscono restare a guardare e riportano frasi come «Non mi interessa», «Ci penseranno gli altri» e «Meglio non agire». Non agendo, però, vengono comunque trascinate nel vortice della violenza. Il nostro messaggio è che l'indifferenza è altrettanto dannosa quanto la partecipazione attiva alla violenza stessa.
Infine, una grande barca naviga controcorrente con il messaggio «Invertiamo la corrente». Questa barca simboleggia chi sceglie di lottare contro la violenza, opporsi all'odio e costruire un futuro migliore. La musica in questa parte diventa più calma, per evocare la serenità e la speranza di chi ha deciso di seguire la giusta direzione.
Il video si conclude con la domanda: «E tu, chi scegli di essere?», accompagnata dal suono delle onde che si infrangono sulla riva, un invito forte all'azione e alla riflessione.
Abbiamo deciso di utilizzare un video caratterizzato da immagini simboliche, semplici ma potenti, per rappresentare i diversi atteggiamenti verso la violenza. La scelta delle barchette e della metafora del mare in tempesta nasce dal desiderio di trasmettere in modo immediato e visivo l'idea che la violenza è una forza che travolge tutto, così come l’indifferenza che ci porta a rimanere passivi di fronte a essa.
Abbiamo optato per questa tecnica per il suo forte impatto visivo e per la sua capacità di suscitare riflessioni profonde in modo diretto, stimolando lo spettatore a confrontarsi con la propria responsabilità e a prendere posizione. Speriamo che il nostro lavoro possa ispirare tutti a scegliere di essere controcorrente, a scegliere di agire, perché insieme possiamo invertire la corrente».
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