Come sostenere gli interventi di operatori e volontari Caritas nell’emergenza

 

La situazione a Gaza è da tempo insostenibile. In questi giorni l’ufficio delle Nazioni Unite preposto ai soccorsi umanitari in situazioni di conflitto ha avvertito i Paesi membri che gran parte della popolazione di Gaza potrebbe morire nell’immediato futuro per mancanza di cibo e di cure mediche. L’esercito israeliano infatti blocca da alcune settimane l’afflusso di aiuti umanitari a Gaza e gran parte degli ospedali sono stati bombardati, mentre quelli rimasti in funzione mancano di farmaci e anche di personale sanitario. Molti infatti sono i medici e gli infermieri uccisi. Per la popolazione stremata pochi sono gli aiuti internazionali in grado di giungere a destinazione. Caritas italiana sostiene finanziariamente la Caritas di Gerusalemme che, nonostante i suoi operatori e volontari vivano in prima persona il dramma bellico, sono impegnati in difficili operazioni di soccorso.

La situazione umanitaria si è andata ulteriormente aggravando con l’estensione del conflitto al Libano. Qui la crisi umanitaria sta raggiungendo livelli catastrofici per numero di vittime, sfollati e distruzione. La velocità con la quale evolve la situazione è sotto gli occhi di tutti. Non è più solo il Sud ad essere coinvolto, ma tutto il Paese. La capitale Beirut è stata colpita più volte. Danni e vittime anche nelle strutture sanitarie e in centri della
protezione civile. Molti villaggi (nei quali convivono persone appartenenti a diverse confessioni e tradizionireligiose, tra cui anche cristiani) sono stati colpiti, sia a sud che a nord del Paese.
Gli ultimi dati disponibili (risalgono all’8 ottobre) parlavano di 2.169 morti e 10.212 feriti. Le persone sfollate erano 689.715 in Libano, tra le quali 186.000 in 1.023 centri di accoglienza, e circa 200.000 fuggite in Siria. Per il 70% si tratta di profughi siriani che così rientrano nel loro Paese distrutto e per il 30% di cittadini libanesi). Almeno 94 le operatrici e gli operatori sanitari e 5 gli operatori della protezione civile uccisi in servizio.
Mentre non mancano immagini e notizie relative alle azioni di guerra, poco si dice di quanto si fa ed è possibilefare per dare soccorso alle persone coinvolte nel conflitto.

Caritas Libano si è subito mobilitata. Operatori e volontari stanno intensificando gli sforzi per assistere sempre più persone sfollate, pur senza dimenticare chi è rimasto nelle proprie case per scelta o perché non può fuggire.
In quali ambiti interviene Caritas Libano in risposta a questa crisi umanitaria?
Innanzitutto, nell’assistenza sanitaria, fornendo cure mediche, visite diagnostiche e medicinali. Poi nella protezione delle persone più vulnerabili, dando ad esempio un sostegno psicologico a bambini e persone traumatizzate, orientamento sociale, protezione alle vittime di violenza di genere. Infine, con la distribuzione di generi di prima necessità, presso i centri di accoglienza comunitari e alle famiglie in sistemazione autonoma.

Al 13 ottobre gli operatori e volontari di Caritas Libano hanno potuto assistere quasi centomila sfollati (99.302),che hanno ricevuto i seguenti servizi: pasti caldi, cestini alimentari, kit alimentari a lunga conservazione, kit per l’igiene personale, vestiario, coperte e materassi. Inoltre è stata fornita assistenza medica per più di 8.064 persone ed è stata avviata un’attività di animazione psicosociale per bambini in più di 50 centri di accoglienza in tutto il Paese.
Caritas Italiana segue costantemente l’evolversi della situazione e sta contribuendo a questo piano di rispostaumanitaria sostenendo le attività di Caritas Libano. È stato dato un primo contributo di 100.000 euro e si stafornendo supporto tecnico e formativo ai giovani volontari di Caritas Libano, che sin dai primi giorni dell’emergenza sono intervenuti a favore degli sfollati e delle tante famiglie rimaste isolate.
Nonostante lo sforzo imponente di Caritas Libano, molti bisogni rimangono senza risposta, a causa della scarsità di risorse finanziarie.

 

Per questo la Caritas diocesana rinnova l’appello alle donazioni, che saranno inviate  tramite Caritas italiana alla Caritas di Gerusalemme e a Caritas Libano.

Coordinate bancarie: IT 02 F 02008 11910 000100641567

Conto corrente presso Unicredit intestato a Diocesi di Belluno Feltre Fondo di solidarietà

 

Francesco D’Alfonso 

 

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