Venerdì 20 alle 18 si è svolto nella sala Muccin del Centro Giovanni XXIII un incontro pubblico organizzato dalla Caritas diocesana sul tema delle migrazioni, in vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che la Chiesa celebra domenica 29 settembre. L’incontro ha visto una buona partecipazione, segno dell’interesse che il tema evoca, tenuto conto anche della vivacità del dibattito politico e della attualità delle questioni toccate. Ha introdotto la serata Andrea Cecchella, moderatore dell’incontro, che ha inquadrato la questione migranti attraverso la lente di citazioni di letterati e politici, sottolineando l’importanza dello sguardo sull’altro e sull’alterità, al centro della relazione, dimensione essenziale della convivenza umana. Il tema della Giornata è stato presentato con due diverse angolazioni dal Vescovo Renato Marangoni e dal direttore della Caritas diocesana, diacono Francesco D’Alfonso. Il primo ha riflettuto sul messaggio del Papa per la Giornata – “Dio cammina con il suo popolo” – ricordando anzitutto che l’esperienza del cammino è propria della storia dell’umanità da sempre e che la Bibbia ben ne descrive le caratteristiche di sofferenza, ma anche di speranza, dal momento che il cammino del popolo di Israele e dello stesso uomo Gesù, è attraversato dalla presenza di Dio e assume la prospettiva di un destino di salvezza. Così la migrazione è stata esperienza propria della nostra gente, che al tempo della prima celebrazione della Giornata Mondiale, giunta ora alla 110^ edizione, entrava nel dramma della prima guerra mondiale e cercava lontano dalla propria terra migliori condizioni di esistenza. Il diacono Francesco ha descritto i principali aspetti del movimento migratorio, legati alle cause drammatiche che lo determinano, e le problematiche della accoglienza sia a livello nazionale sia a livello europeo, sottolineando la tendenza attuale al restringimento degli spazi di protezione internazionale, fino alla affermazione del “principio di deportabilità” inaugurato nel Regno Unito dal governo Sunak e poi abbandonato dal nuovo governo laburista, ma anche dagli accordi fra Italia e Albania per l’entrata in funzione di due centri di “primo soccorso” in territorio albanese. E’ seguito poi il saluto del Prefetto Antonello Roccoberton, il quale ha sottolineato la complessità della questione migratoria e la necessità di una collaborazione tra istituzioni e privato sociale. L’assessore al sociale del Comune di Belluno Marco Dal Pont ha portato il saluto del sindaco e ha descritto l’impegno della amministrazione a fianco delle altre istituzioni. Quindi vi sono state alcune testimonianze di immigrati che hanno compiuto un percorso di inserimento “virtuoso”, trovando la loro collocazione nella comunità bellunese: Anicet Zoungula, fisioterapista proveniente dal Congo Brazzaville, Ernestina Dalla Corte, giunta con la famiglia dalla “fine del mondo”, cioè dall’Argentina, e inseritasi brillantemente nella realtà dei media bellunesi, Moustapha Fall, ballerino, che unisce il lavoro in fabbrica con la musica e la danza. Le migrazioni non saranno un fenomeno passeggero: l’attenzione all’integrazione sarà la ragione del successo nell’incontro tra popoli e culture e della piena valorizzazione dei doni di ciascuno. Domenica 29 alle 18.30 in cattedrale a Belluno la Giornata si concluderà con la celebrazione della Messa vespertina presieduta dal Vescovo.

 

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