Mentre il mondo guarda con ansia alle vicende del Medio Oriente, con il rischio di allargamento del conflitto in corso, più ad est si consuma un dramma che apre tuttavia a speranze di progresso reale per un Paese, il Bangladesh, con il quale la nostra Caritas, insieme alle Caritas del Nordest, sta entrando in relazione. Il Bangladesh è un Paese di 173 milioni di abitanti, con gravi problemi sociali ed economici, che determinano un movimento migratorio di grandi proporzioni. Tuttavia in questi anni si è sviluppato un tessuto industriale e turistico che ha elevato le aspettative di reddito e di partecipazione socio-politica da parte della popolazione, soprattutto dei giovani, che ne sono la maggioranza.

Bangladesh 2

La richiesta di attenzione ai loro diritti è apparsa inascoltata per settimane, durante le quali folle di manifestanti occupavano con dimostrazioni e proteste il centro della capitale Dacca ed altre importanti città del Paese. Questo ha dato il via ad una vera e propria rivolta, che ha portato alla fuga dal Paese della premier, Sheik Hasina, al potere ininterrottamente dal 2009, rifugiatasi in India. Fra l’altro, analogamente a quanto accaduto in Iran, sono state le donne, intellettuali e giornaliste, a guidare il movimento di rivendicazioni e proteste proprio nei confronti del governo guidato da una donna.  Gli scontri con la polizia, iniziati nel campus dell’università di Dacca, hanno prodotto in circa due settimane nella seconda metà di luglio oltre 400 morti, mentre la situazione economica cominciava a degenerare per l’interruzione delle attività produttive, il crollo del turismo e la prospettiva di fuga degli investitori. La situazione politica si è sbloccata con la proposta, partita dagli studenti, di affidare al premio Nobel Muhammad Yunus, il “banchiere dei poveri”, che ha accettato, la direzione provvisoria del governo nella fase di transizione. La situazione rimane tuttavia non priva di rischi, tenendo conto che nel Paese sono presenti forze che si richiamano all’estremismo religioso e anche all’Isis. 

Bangladesh 
Caritas Bangladesh, presente e attiva nel Paese da oltre 50 anni, si è trovata impegnata da subito a dover proteggere lo staff dell’ufficio centrale di Dacca e degli uffici regionali e gli operatori coinvolti nei progetti in tutto il Paese. Caritas italiana ha supportato in passato Caritas Bangladesh in occasione delle diverse emergenze che si sono presentate e, per i 50 anni dalla sua istituzione, ha avviato dei gemellaggi internazionali, affidando alle Caritas del Nordest quello con Caritas Bangladesh. Questo gemellaggio è nato nell’ottica di un accompagnamento fraterno, dell’instaurarsi di relazioni di confronto e di collaborazione, prima che per un progetto di sostegno economico. Una rappresentanza della Delegazione Nordest ha già visitato il Paese a fine gennaio 2024, dopo che i responsabili di Caritas Bangladsh avevano effettuato una visita nelle nostre regioni, incontrando i direttori delle Caritas diocesane a Zelarino. Oggi i contatti con i vescovi e i direttori di Caritas Bangladesh non sono facili, a causa anche del blocco di Internet, e per diverso tempo, nei momenti più drammatici delle violenze, risultavano irreperibili. L’attenzione verso la situazione politica e sociale del Paese sarà mantenuta vigile, in attesa che diventi possibile riprendere contatti regolari. Crediamo che sarà necessario, pur in un’ottica non puramente assistenziale, avviare dei progetti di aiuto concreto nei confronti di quella Chiesa e di quelle popolazioni. 

 

Francesco D’Alfonso diac.

  • Progetti Caritas

    Numerosi sono stati i progetti proposti e seguiti dalla Caritas diocesana di Belluno – Feltre in proprio, in coordinamento con Caritas italiana e con la delegazione Caritas del Nord Est.
    Continua

  • Volontario anche tu..

    Desideri dedicare un po’ del tuo tempo agli altri e alla comunità? Vuoi metterti al servizio di chi ne ha bisogno?
    Continua