Il 08 aprile, alle ore 10,00, in Piazza Piloni è iniziato il nostro viaggio verso il Convegno Nazionale della Caritas, che si è tenuto a Grado, in Friuli Venezia Giulia. Gli interventi di quei giorni sono stati carichi di significato, offrendo spunti preziosi. Invitiamo ciascuno a immergersi nelle riflessioni e nelle relazioni pubblicate sul sito di Caritas Italia, per abbracciare la complessità della tematica “Confini, zone di contatto, non di separazione”.

 

L’avvio del Convegno alle ore 16,00 ha segnato l’inizio di un’esperienza coinvolgente, con una sala che si riempiva di persone di ogni età, provenienti da Regioni d’Italia diverse e anche da paesi oltre confine. In un’epoca in cui sembra svanire la semplice umanità, sentirsi parte degli artigiani di relazioni della Caritas è stato motivo di gratitudine alla vita e a Dio.
I momenti di condivisione durante i pasti hanno favorito un ascolto delle esperienze della Caritas nelle diverse realtà regionali, dando vita a scambi fecondi di idee da diffondere in altri contesti.
Un altro momento significativo è stato l’esperienza dei confini vissuta a Gorizia e Nova Gorica. Dieci autobus, scortati in questa città che è divisa e unita al tempo stesso dal confine tra Italia e Slovenia, hanno rappresentato un simbolo tangibile di questa realtà complessa. L’accoglienza calorosa degli operatori della Caritas slovena, segnata dal gesto simbolico della croce tracciata su ogni mano con olio profumato, è stata toccante e piena di significato. Il momento di preghiera e di condivisione tra giovani, sia in italiano che in sloveno, ha messo in luce la possibilità di una cittadinanza italiana e di una nazionalità slovena, dimostrando come i confini possano rispettare la diversità unendo le persone.

 

Riflettere sul confine come opportunità di unità, accoglienza, ma anche di dolore e diversità, è stato un tema costante di riflessione. Il confine non dovrebbe essere solo una divisione, ma un luogo – spazio – tempo in cui fermarsi, guardarsi, conoscere l’altro, senza diventare un marchio di possesso che può condannare chiunque, anche un bambino, a morire.
Un’altra questione emersa durante il Convegno è stata il disinteresse di molte persone verso le elezioni, mettendo a rischio la democrazia. È stato ribadito l’importanza delle elezioni europee, soprattutto dagli operatori Caritas che operano nei paesi colpiti dalla guerra o dalla tensione. È nostro dovere sentirci responsabili della democrazia, soprattutto perché gli occhi dei paesi in guerra sono puntati verso l’Europa.

Ringrazio la Caritas di Belluno-Feltre e l’intera Caritas per avere reso possibile la partecipazione a questo Convegno. Mi sono rimaste impresse le parole della giovane Giulia: “Voi adulti dite che noi siamo il futuro, ma in realtà noi siamo il presente e voi siete il futuro.”

 

Gilda De Felice

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