Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid 19 per tracciare insieme sentieri di pace
È questo il tema scelto dal Papa per la 56^ Giornata Mondiale della Pace. È un invito alla speranza, proprio nei momenti oscuri della sofferenza, un invito a rimanere svegli cercando il bene, la giustizia e la verità, fiduciosi nella vicinanza di Dio, che si è reso presente in mezzo a noi.
Il Papa ricorda il dramma della pandemia, durante la quale la attese di molti sono state sconvolte, ma mentre si viveva una realtà incerta e per molti gravida di conseguenze in termini sanitari ed economici, si è sperimentata l’abnegazione e la dedizione di tanti, dal mondo della sanità a quello della scuola a quello della politica. Il cammino della società e dell’economia sembra essersi rallentato pesantemente nei tre anni che ci lasciamo alle spalle ed ora ci poniamo interrogativi sulle prospettive dell’economia, ma anche sulla tensione sociale e sulla polarizzazione ideologica che accompagnano questo nostro tempo.
La vicenda Covid ha lasciato conseguenze pesanti sul tessuto di relazioni all’interno delle nostre comunità, ma ha messo in evidenza una verità importante, che cioè nei momenti di crisi diventa essenziale far tesoro della solidarietà, della capacità di farsi carico gli uni degli altri con compassione, espressione della fraternità fondata sulla comune figliolanza divina. Si è imparato a lottare insieme e si è capito che nessuno si salva da solo. Si è compreso dunque che solo così è possibile superare i limiti dell’individualismo e resistere alla frammentazione sociale, permettendo all’amore fraterno di aiutarci a vincere tensioni e conflitti. Ma davvero siamo usciti migliori da questa prova?
La speranza che l’umanità uscita dal Covid trovasse più intesa e unità è stata ben presto contraddetta dalla guerra scoppiata in Europa, come il Papa ha sottolineato più volte, a partire dal messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri. Ma se per il Covid si è trovato il vaccino, per la guerra il vaccino non è stato ancora trovato. Bisogna allora uscire dal recinto del proprio interesse, allargare lo sguardo alle ingiustizie e alle sofferenze che feriscono l’umanità in tanti Paesi del mondo, sentendoci parte di un noi aperto alla fraternità universale. Del resto, osserva Papa Francesco, le crisi di vario segno presenti nel mondo sono tutte interconnesse e quindi diventa essenziale unire gli sforzi per uscirne. Il tempo presente, con le sue tragedie e il suo dolore, ci invita a renderci protagonisti di giustizia, di bene e di pace.
In occasione della 56^ Giornata Mondiale della Pace, che si celebra il 1° gennaio, per allargare lo sguardo al mondo che è attorno a noi e sentirci corresponsabili del bene degli altri, la Caritas diocesana, insieme a Libera, Insieme si può e Scuole in rete, ripropone, dopo la pausa Covid, l'iniziativa del Cammino della Pace, che si svolgerà a Belluno Il primo gennaio alle ore 17 con partenza dal teatro Comunale fino al sagrato del Duomo. Il percorso prevedetre tappe, nelle quali saranno presentate brevi testimonianze intonate al tema della Giornata. Al termine, per chi lo desidera, si potrà accedere alla cattedrale per la Messa vespertina nel giorno dedicato alla solennità della Santa Madre di Dio, a cui saranno affidate le intenzioni e le suppliche per la pace in Ucraina e in tutto il mondo.
Francesco D’Alfonso diac.
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Numerosi sono stati i progetti proposti e seguiti dalla Caritas diocesana di Belluno – Feltre in proprio, in coordinamento con Caritas italiana e con la delegazione Caritas del Nord Est.
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