La Caritas diocesana, su invito della Cei a tutte le Diocesi a coordinarsi con Caritas italiana per gli interventi relativi a questa emergenza, ha aderito alla iniziativa di raccolta fondi destinati alle attività Caritas in Ucraina e nei Paesi limitrofi e supporta la rete istituita a livello di Prefettura per l’accoglienza dei profughi.


In Ucraina i fondi raccolti sostengono gli interventi solidaristici delle due Caritas nazionali ucraine (Caritas Ucraina e Caritas Spes, la prima greco-cattolica, la seconda latina) che si sforzano di garantire assistenza per bisogni primari, coordinamento dei volontari, accoglienza in rifugi sicuri e strutture ricettive, primo soccorso a coloro che sono in attesa di attraversare il confine, allestimento di rifugi dove le persone possono nascondersi dai bombardamenti, accoglienza agli sfollati interni, servizi di assistenza domiciliare e distribuzione alimenti, allestimento di magazzini presso le sedi Caritas.


Le Caritas dei Paesi limitrofi (Polonia, Ungheria, Slovacchia, Moldova, Romania, Bulgaria) stanno lavorando per l’accoglienza dei profughi allestendo tende ai valichi di frontiera, curando la distribuzione dei pasti e assistendo i bambini orfani, accolti in molti casi, come accade in Polonia, da comunità religiose. In Polonia è stato superato il milione di sfollati.


Anche le Caritas diocesane italiane stanno organizzando il sistema dell’accoglienza. Nel Nordest si registrano già alcune migliaia di arrivi. La Caritas diocesana è in contatto con la Protezione civile e gli Enti locali, in previsione di un afflusso crescente di profughi. Sarà necessario monitorare costantemente la situazione dell’accoglienza, anche per favorire il rispetto della normativa regionale in materia di quarantene e la prevenzione del contagio. Nel Bellunese si registrano i primi arrivi, particolarmente di donne con minori, fin qui giunti alla spicciolata, ma che sembrano aumentare rapidamente.


Il numero dei profughi dipenderà dall’evolversi della situazione in Ucraina, che si modifica rapidamente, perché la guerra avanza e da alcune zone diventa difficile lasciare il Paese.


Per l’accoglienza dei profughi i Comuni assumono il ruolo di coordinamento, con il supporto della Protezione civile e in collaborazione con l’ASL. La famiglia o l’ente ospitante ha la responsabilità di segnalare in questura o al Comune o ai carabinieri le persone ospitate entro 48 ore dal loro arrivo. Dovrà inoltre garantire il rispetto della quarantena di cinque giorni, previo tampone all’arrivo.


Va infine ribadito che la Caritas non ha avviato raccolte di beni materiali. Qualora venisse richiesta una raccolta di farmaci, di cui in Ucraina si avverte ormai una grave carenza, dovrebbe essere realizzata e inviata tramite la protezione civile o la Croce Rossa. Eventuali altre raccolte, di cui al momento opportuno sarà data comunicazione, dovrebbero restare in loco a favore dei profughi accolti nel nostro territorio.


Per aiuti alla popolazione dell’Ucraina tramite la Caritas: causale “Emergenza Ucraina”


IBAN: IT86P0306909606100000143821 intestato a Diocesi di Belluno-Feltre – Caritas Diocesana


Diac. Francesco D’Alfonso

 

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